sabato 19 settembre 2015

20 minuti di commedia.



South Park è una serie televisiva statunitense nata nel 1997, inizialmente animata dai creatori tramite stop motion e successivamente, con l'avanzare del successo e del tempo, con la computer grafica. Nei suoi primi episodi, quelli con minor budget, i due creatori dell'opera tendevano a lasciarsi andare inserendo nelle vicende dei quattro protagonisti ( Stan, Cartman, Kyle e Kenny) solo insulti, volgarità e situazioni grottesche, senza andare a toccare in alcun modo nessuna profondità di trama, traendo così popolarità dallo scalpore generato in quel periodo. Proseguendo con gli episodi la serie si poi è distaccata dagli stereotipi e dalle frasi fatte che contraddistinguevano i protagonisti, andando a caratterizzare anche nuovi personaggi i quali avrebbero rappresentato l'intera popolazione della cittadina del Colorado che funge da ambientazione. Oltre a questa evoluzione di qualità in fatto di contenuti, South Park iniziò a seguire una sceneggiatura meno devota al nonsense ed all'umorismo scontato e volgare, andando a toccare argomenti di attualità; un po' come viene fatto nelle serie dei Simpson, ma con maggiore freddezza e con una dose, a volte anche sin troppo elevata, di cruda realtà dei fatti.





É incredibile come i due autori, partendo da uno scadente cartone animato colmo di insulti ed umorismo da quattro soldi, siano riusciti a realizzare un capolavoro della commedia animata che continua tutt'ora a sorprendere senza scemare mai in qualità. Tale risultato è probabilmente dovuto all'assenza di peli sulla lingua che la serie vanta e che gli consente di scimmiottare costantemente la crudele realtà del mondo. Nell'episodio "Gli immigrati del futuro" però, South Park ha inevitabilmente toccato un argomento spinoso che ha trattato egregiamente, illustrandolo in modo amaro e, purtroppo, veritiero.
In questo episodio tutto inizia, come solito in South Park, con un evento inspiegabile ed incomprensibile che però acquisirà significato durante lo sviluppo degli eventi. Si ha infatti una scena ripresa dal film "Terminator" dove un individuo sconosciuto appare nel tempo presente tramite l'apertura di un varco dimensionale che scatena fulmini e bagliori in ogni direzione possibile. Il suddetto individuo viene ovviamente rappresentato con la stessa grafica da "bricollage" tipica dei personaggi umani dello show ed apparentemente non suggerisce nulla riguardo a come potrà influenzare i normali eventi della cittadina di South Park dove, il mattino seguente, i quattro protagonisti si stanno dilettando nello spalare la neve dai giardini dei loro vicini di casa, in modo da racimolare qualche soldo. Durante il lavoretto vengono a sapere che è stato appena ritrovato un individuo (ovvero lo sconosciuto apparso ad inizio episodio) che afferma di provenire dall'anno 3045 e che è tornato indietro nel tempo per trovare lavoro. Qui l'episodio inizia lentamente a lanciare i primi indizi sugli argomenti che gli autori andranno a toccare: l'immigrazione, l'intolleranza, la distruttività umana, il razzismo ed il totale menefreghismo dell'individuo nei confronti del prossimo.







Lo scalpore che viene a generare la presenza di un essere umano in grado di descrivere come si viva da lì a più di tremila anni avanti è ovviamente immenso. Gli scienziati rilasciano difatti approfondimenti riguardo alla sua natura tramite la televisione, rivelando che la "provenienza" del viaggiatore temporale è indefinibile, allorché dimostra tutti i tratti delle razze umane: "pare che l'essere umano medio sarà un individuo calvo, con la pelle uniforme, possiamo dire un misto di tutte le razze... l'idioma del futuro è una mescolanza di inglese, cinese, turco ed altre lingue che sono attualmente sparse per il mondo". Oltre a questo viene ribadita più volte la motivazione che lo ha spinto a viaggiare verso in ventunesimo secolo: il bisogno di lavorare; a detta del viaggiatore temporale infatti nell'anno tremila è praticamente impossibile trovare un qualsiasi tipo di impiego, di conseguenza egli conta di svolgere un lavoro a scopo di depositare in banca il guadagno in modo che, tramite gli interessi, la cifra si evolva per garantire un'esistenza dignitosa a se stesso ed alla sua famiglia, benché affermi che i miliardi che frutteranno negli anni nel futuro saranno ben misera somma paragonata ai prezzi imposti dall'economia del periodo. A cozzare con i fenomeni che causerà l'arrivo del viaggiatore temporale sarà, oltre ovviamente all'intera comunità di South Park, uno dei protagonist: Stanley (Stan) Marsh.





Il personaggio di Stan si è guadagnato, con l'andare avanti degli episodi, il titolo di più razionale e matematico del gruppo. Sebbene anche Kyle, suo migliore amico, tenda qualche volta a "rubargli il posto" quando si tratta di esporre una morale, Stan ha sempre dimostrato più freddezza e minore emotività nei suoi ragionamenti, rivelandosi di conseguenza perfetto per affrontare il tema esposto dall'episodio in questione. Stan viene infatti immediatamente travolto dai pensieri tipici che inizieranno a dilagare man mano che molti altri "immigrati temporali" inizieranno ad abitare South Park allo scopo di lavorare; il ragazzino ed i suoi amici si ritrovano incapaci di svolgere i loro lavoretti per il vicinato perché i viaggiatori temporali si offrono di farli ad un prezzo praticamente inferiore rispetto a quello da loro proposto. Inevitabilmente Stan diventa il portavoce del gruppo e si aggrega alla massa di adulti infuriati che indicono vere e proprie riunioni dove un leader espone le sue ragioni semplicemente sbraitando "Ci rubano il lavoro!" , scatenando nei suoi seguaci la medesima collera che, indipendentemente dalla situazione esposta dai suddetti, si concluderà sempre con quello slogan che viene applaudito ed acclamato con foga. Inizialmente Stan si sente nel giusto e racconta a sua volta alla riunione di come i viaggiatori del tempo abbiano privato lui e gli amici dei loro lavoretti, ma al termine della storia non ottiene nessuna approvazione. In questa scena, dove tutti rimangono inebetiti dalle argomentazioni del bambino, senza sapere come reagire, vi è il tipico black humor dello show che si scatena proprio quando Stan, spaesato, aggiunge per puntualizzare "Ci rubano il lavoro!" riportando così l'euforia dentro il gruppo di cittadini lavoratori arrabbiati. É divertente certo, ma anche immensamente triste, perché purtroppo ricalca brutalmente la realtà che fin troppo tentiamo di nascondere a noi stessi.



Nell'arco di pochi giorni, dove South Park diventa la nuova fonte di speranza per gli abitanti del tremila, l'odio viene fomentato a tal punto che viene coniato il termine "tempozista" per indicare gli intolleranti e si accendono feroci dibattiti televisivi tra moralisti difensori dei diritti dei viaggiatori del tempo e persone furiose per non riuscire più a lavorare come prima. Stan stesso si ritrova ad essere etichettato dalla sua famiglia come "tempozista" nel momento in cui chiama "mostriciattoli" tutti gli abitanti del futuro. Qui il bambino viene inserito in un diverso, benché altrettanto stupido, modo di vedere le cose. Il padre cerca di sensibilizzarlo, spiegandogli che le persone venute dal tremila, come la loro nuova cameriera che svolge tutti i lavoretti di casa per pochi centesimi, non vanno emarginate, bensì accolte ed aiutate perché nel loro tempo sono prive di tutte le cose che invece ci sono nel presente. La famiglia mostra quindi un'altra faccia della medaglia riguardo al problema degli immigrati temporali: l'ipocrisia; essi infatti non vengono toccati dal problema che invece fomenta l'odio dei cittadini rimasti disoccupati ed essendone ignari si permettono di prenderlo sotto gamba come se non esistesse, proclamandosi portavoce dei diritti dei nuovi arrivati pur dicendo apertamente che questi svolgono "lavori umili che nessuno ha più voglia di fare".
Stan si ritrova quindi confuso ed incapace di comprendere come tale situazione possa essere affrontata, mentre deve dividere la classe con i figli degli immigrati spazio temporali i quali necessitano l'insegnamento della loro lingua alle lezioni assieme all'inglese, causando così incomprensioni e litigi tra loro ed i bambini americani.



Oltre all'ipocrisia ed al semplice concetto di "tutto fumo e niente arrosto" mostrato dalla famiglia di Stan e dalla riunione dei cittadini infuriati, una pesante, benché ilare, situazione fa comprendere come gli avvenimento dell'episodio, per quanto fantasiosi, siano più attuali e veritieri che mai; in questa scena si ha lo scontro verbale tra un hippy, sostenitore dei diritti degli immigrati, ed il presidente dell'associazione dei tempozisti. Quest'ultimo espone le sue ragioni urlando la sua rabbia ignorante e sbandierando continuamente lo slogan "ci rubano il lavoro!", mentre l'altro si limita ad evidenziare motivazioni le quali, benché giuste, non portano a nulla, realizzando così una perfetta presa in giro di qualsiasi discussione litigiosa all'interno di un socialnetwork, dove la folla inferocita sono i "mi piace" ed il risultato altro non è se non una manciata di frivole molarità e frasi incollerite che non daranno soluzione alcuna ad un problema effettivo.
Nel frattempo la situazione a South Park è diventata, con l'affluire degli immigrati, letteralmente ingestibile. Lì dove sorgeva una località verde, circondata da monti innevati, adesso vi è un agglomerato di edifici fumosi, dove non esiste più nulla che caratterizzi chi ci vive. Le persone venute dal futuro hanno cambiato le regole, portando assieme alle loro famiglie anche le usanze ed i problemi del loro tempo, credendo che scappare fosse la soluzione migliore per sopravvivere; ciò porta inevitabilmente ai tentativi più folli e sconsiderati degli abitanti del presente, i quali propongo risultati quanto comici quando agghiaccianti per risolvere il problema come sciogliere i ghiacci per non permettere al futuro di esistere, oppure divenire tutti omosessuali allo scopo di non procreare mai più.






In uno degli atti finali dell'episodio Stan si reca, accompagnato dagli amici, in un fastfood dove tutto il personale è stato sostituito da lavoratori del futuro, qui tenta invano di ordinare un cheeseburger, ma il cassiere non comprende la sua lingua così il bambino, giunto all'esasperazione, grida a squarciagola "mostriciattolo" allo straniero, causando lo stupore generale di tutti i presenti. A conseguenza di ciò il padre costringe il figlio a seguirlo allo studio dove lavora, in modo che possa monitorare la punizione personalmente, ma non appena si siede sulla sua sedia di fronte alle scartoffie il datore di lavoro lo incalza, dicendogli che verrà sostituito da un immigrato temporale il quale si è offerto di lavorare GRATIS. L'uomo, ritrovandosi senza impiego ed investito da quel problema che tanto aveva ignorato, si aggrappa immediatamente all'odio del gruppo dei disoccupati, invece di criticare la scelta egocentrica ed avida del datore di lavoro che preferisce sfruttare un disperato piuttosto che pagarlo equamente come dovrebbe fare.
Il tutto sfocia nel delirio più completo, dove masse di tempozisti si ammucchiano tramite atti sessuali credendo di protestare e di ottenere qualcosa, mentre i moralisti insistono a sbandierare i diritti dei poveri immigrati. Ovviamente la televisione riprende tutto per fomentare l'accaduto e renderlo ancora più virale, ma ad un certo punto il giornalista si avvicina a Stan, il quale si trova sul posto per colpa delle proteste del padre, che sembra trovarsi in uno stato confusionale indescrivibile; tale condizione però sfocia in quella semplice e somma verità che avrebbe risolto tutto sin dall'inizio e che noi stessi tutt'ora ignoriamo: "penso sia sbagliato chiamarli mostriciattoli, perché non sono diversi da noi. Stanno solo cercando un'esistenza più serena. Non è giusto che la loro vita sia così schifosa, ma la cruda realtà è che se loro vengono nel nostro tempo alla fine sarà schifosa anche la nostra! Forse la soluzione è non fermare il futuro, ma fare in modo che sia migliore! Forse se ci impegniamo tutti a lavorare per un futuro migliore non sarà così brutto e quelle persone non avranno bisogno di venire fin qui per lavorare"
Le parole del bambino, come spesso avviene durante ogni episodio, si rivelano illuminati e così tempozisti e moralisti si impegnano assieme per migliorare il loro mondo. Vengono mostrati atti di misericordia nei confronti dei poveri, aiuti agli stranieri direttamente nei loro paesi natali, utilizzo di energie nuove, rispetto dell'ambiente, cadute di regimi e tabù e molto altro; allo stesso tempo i viaggiatori temporali iniziano a svanire nel nulla, dimostrando così che i cambiamenti avvenuti nel presente hanno significato per loro l'assenza del bisogno di trovare la salvezza in esso. Lentamente South Park torna ad essere la splendida cittadina che era ed assieme ad essa anche il mondo sembra migliore, tuttavia, come è nello stile catastrofista e spietato della serie, ad un certo punto, mentre sono intenti a lavorare la terra, Stan espone un commento che evidenzia come quanto stessero facendo potesse avvenire appunto solo in un'opera di fantasia, dove l'egocentrismo umano viene meno per fare spazio alla carità ed all'empatia: "Tutto questo è da gay! Più gay di un'ammucchiata di uomini che fanno sesso tra loro! Scusate, colpa mia, si torna nel mucchio!". Tale finale vuole semplicemente far ridere, accostando alle scene di bontà e fratellanza a ritmo di una musica ambientalista il fatto che comportarsi in quel modo li rendeva più gay di avere rapporti tra di loro, tuttavia il messaggio elargito da questo episodio si sente forte e chiaro. Da ogni parte del mondo continuiamo ad adattarci, nella speranza che tutto un giorno possa andare meglio; noi non ci facciamo domande e appena i problemi non posso più essere affrontati ci aggreghiamo nell'odio o nella vuota commiserazione di chi sta peggio, oppure scappiamo, sperando di trovare qualcosa di meglio oltre la terra, l'oceano ed in questo caso anche il tempo. L'episodio ci mostra come gli errori dell'uomo e il suo costante volgere lo sguardo altrove, abbiano contribuito alla sua distruzione che si sarebbe potuta evitare facendo quello che un bambino, nella sua ingenuità, è giunto a pensare dopo essere entrato in contatto con questa realtà così falsa e bugiarda.



Grazie per aver letto.
Ow

lunedì 20 luglio 2015

Il governo del ragno.





"Trovo la vita del tutto priva di interessi, e questo avveniva specialmente quando lavoravo otto o dodici ore al giorno. E la maggior parte degli uomini lavora otto ore al giorno almeno cinque giorni alla settimana. E neanche loro amano la vita. Non c'è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto. Si dorme otto ore, si lavora otto, si va avanti e indietro, tutte le piccole cose che si hanno da fare ... uno che lavora otto ore al giorno ha soltanto due ore o un'ora e mezzo libere per se stesso ... credo che chiunque lo ami sia un grande idiota ..."

-Charles Bukowski





Su queste parole di un'artistia, il quale più volte evitava di definirsi tale, vorrei montare quella che non voglio passi come l'ennesima idea di libertà appartenete alla mente di un fanciullo che non demorde di fronte alla maturità, tentando quindi di opporsi ad essa tramite una falsa convinzione di sapere ciò che molti altri ignorano, ma semplicemente la incarnazione digitale di un mio pensiero.


Sono deluso, tremendamente deluso. A deludermi vi è una varietà così vasta di eventi e realtà con le quali, purtroppo, ho direttamente a che fare da non rendermi possibile la loro stesura senza creare un agglomerato di pensieri ed idee incomprensibili; così inizierò con lo sfilare dal mucchio una delle ragioni che più sporgono da esso, in modo da isolarla e poterne rendere, almeno per me, più facile la comprensione.
Come Giacomo Leopardi anche io ho commesso un errore, che ha inevitabilmente segnato la mia esistenza come adulto all'interno di questa società meschina, fatta di fili ai quali siamo strettamente legati e quindi manovrati da dei burattinai che sono stati in grado di farci dimenticare come si fa a muoverci da soli, e tale errore altra identità non ha se non quella della falsa aspettativa. So di non essere l'unico ad aver sognato quando era ancora un ingenuo infante e che continua a farlo tutt'ora, causandosi così forti fitte di dolore al cuore, quanto il tempo che avrei impegnato su questo pianeta, realtà, universo, creato o illusione che sia, sarebbe stato meraviglioso e tinto dalle più sgargianti colorazioni dello spettro luminoso. Eppure proprio queste liete e gioise aspettative rappresentano la causa di tanto inadattamento alla vita.
Sono nato in questo paese di nome Italia e non mento quando affermo di non aver mai desiderato, in prima gioventù, d'avere le mie radici da tutt'altra parte; gli altri luoghi della Terra mi affascinavano e mi terrorizzavano al tempo stesso come è giusto che sia agli occhi di un curioso, ma benché non mostrassi grande patriottismo nelle mie parole e nei miei gesti, io ero felice d'essere nato nello stivale del mondo. Ho amato l'Italia per la sua quiete, per la familiarità che vi era nei paesi e nelle città di chi li abitava, per la sua semplicità così ben distaccata dalla rude e rigida disciplina Russa o dalla luminosa e tecnologica America; con il senno di poi sono certo che, con l'avanzare degli anni, avrei anche amato la mia terra natia per la sua storia e per l'incredibile quantità d'arte che essa ospita.
Vivo ad Arezzo e non immaginate quale fu il mio stupore quando venni a sapere che quel grosso uomo di pietra, pallido e dall'aria solenne che sosteggia da sempre di fronte alla stazione, come a dare il benvenuto a chiunque avesse voluto visitare la città, altri non era se non l'inventore delle note musicali; avevo sempre avuto a pochi metri da me colui che aveva reso possibile l'avvento delle grandi opere musicali, delle canzoni per giovani ribelli, delle colonne sonore dei film e non ne ero mai stato conscio. Provate a pensare come possa sentirsi un bambino ipnotizzato da una melodia nel suo lettore cd che viene a scoprire una cosa del genere, essere conscio di condividere con un tale genio il suo paese d'origine ed avere quindi dentro di sé le possibilità per inseguirlo, eguagliarlo e magari superarlo. Per me questo rappresentava come un cancello aperto verso qualsiasi destino. Bastava solo che io lo volessi e avrei potuto fare di tutto; potevo accontentarmi di avere un piccolo negozio, divenendo così amico dei clienti abituali e vivendo con una mia famiglia una vita tranquilla ed a suo modo colma di significato; oppure potevo scegliere d'imbarcarmi verso la gloria, ambire a divenire qualcuno al punto tale da poter essere eretto anche io, pallido e solenne, come Guido Monaco di fronte alla stazione della mia città.
Ovviamente non serve che io vi descriva come le mie aspettative siano state quindi deluse, allorché tutti noi siamo al corrente di come l'Italia altro non è diventata se non un grottesco ed informe ibrido dell'America verso la quale i nostri capi di stato tanto si prostrano, come dei viscidi sgherri bramosi di ricevere quella piccola monetina d'oro dalle tasche del loro oscuro signore.
L'ignoranza, l'illegalità e la falsa cecità hanno pervaso questo regno di verde, quiete, buona cucina, arte e fascino storico sino a distruggerlo per poi riplasmarlo in un'accozzaglia aberrante di rassegnazione ed avidità. Le persone non leggono più, addirittura la stesura per un curriculum lavorativo da esporre viene raccomandata in modo da essere più breve possibile perché gli italiani non hanno voglia di perdere tempo nella lettura, non comunicano più, perché sono convinti che la psiche e l'emotività altro non siano se non perdite di tempo, e quel primo e fondamentale articolo della costituzione italiana che recita:

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


È diventato il simbolo della rovina di ciò che invece avrebbe dovuto tutelare.
In questa patria di grandi artisti, condottieri, imperi e patriottismo altro non è rimasto se non la codardia, l'arroganza e l'ignoranza. Basta dare un occhiata alla realtà, cessando di correre verso un traguardo che per tutti noi è identico ed inevitabile; l'arte e la cultura non sono più viste come un lavoro, tant'è che se si espone una passione come la musica, la scrittura, il disegno e simili quando ci viene chiesto di cosa ci occupiamo veniamo scherniti o non presi sul serio; mentre la nostra individualità come paese dotato di una propria cultura e di una propria storia è stata sepolta da tonnellate di consumismo e finto perbenismo.
Viene da chiedersi come può la popolazione di un paese che ha subito un così tale ed innegabile cambiamento non essersi mobilitata per difenderlo. Con la risposta, mi rendo conto, non potremmo essere tutti d'accordo, così come gran parte delle cose che sto scrivendo in questo momento, ma dal mio punto di vista trovo innegabile e d'obbligo ammettere che noi italiani non siamo delle brave persone. Noi fuggiamo, ignoriamo, siamo egoisti e privi d'autostima al tempo stesso, non ci facciamo delle domande in giovane età perché la lussuria, gli stupefacenti e gli atti di stupidità degna dei nostri padri primati sono divenuti la nostra nuova bandiera. Dicendo questo mi duole quindi realizzare quanto noi ed il nostro paese siamo divenuti il più gigantesco esempio di situazione kafkiana mai esistito e che forse mai esisterà.
Gli anziani lavorano illegalmente perché privi di una pensione adatta alle necessità di individui che hanno dato la loro vita per il bene della società in cui vivono; i fanciulli sono totalmente alienati dall'educazione, dai valori, dal rispetto verso se stessi e verso gli altri, incapacitati dal comprendere quanto è importante qualcosa come la spada di legno che hanno costruito con le proprie mani usando un ramo secco piuttosto che farsi comprare dai genitori un Ipad che servirà solo ad annichilirgli la fantasia e quindi l'intelletto; i giovani vivono le loro giornate all'insegna del vizio, danneggiando loro stessi e gli altri, perdendo la possibilità di sviluppare ben altre qualità, quali l'empatia, il dialogo e degli interessi per i quali darebbero ogni briciola del loro essere, e si ritrovano a dover frequentare scuole dove i professori, piegati dallo stress e dalle ingiustizie lavorative, non riescono a rispettare il programma e quindi ad insegnare ciò che dovrebbero; a conseguenza di ciò i giovani adulti, e purtroppo anche molti adulti, si ritrovano senza un lavoro oppure costretti ad essere schiavizzati da un impiego che non gli piace e che consuma loro ogni briciola di tempo che dovrebbero dedicare a loro stessi ed a ciò o chi amano.






Oramai il lavoro, o con la presenza o con l'assenza, si è trasformato nel nostro flagello più grande e come ho già scritto qualche riga sopra i nodi di tale flagello li abbiamo, anzi, li stiamo creando noi. Sfido qualsiasi cittadino italiano a non rendersi conto della situazione ed a venirne a capo con la più ovvia delle risposte. C'è un motivo per il quale l'Italia ha improvvisamente deciso di abbandonare lo splendore per il decadimento e tale motivo è legato a noi; no, non a chi ci comanda, ma solo ed esclusivamente a noi come individui che non riescono più a vedere altro se non loro stessi perché se iniziassero a guardarsi attorno non saprebbero come affrontare la dura realtà.
Con il tempo, mentre eravamo intenti a sopravvivere invece che pensare a come si vive, abbiamo lasciato che una particolare specie di ragno iniziasse a tessere la sua vischiosa ed imprigionante ragnatela e ci siamo accorti di essa solo quando era oramai più che perfetta. Il nostro ragno però non è come tutti gli altri, magari lo fosse, è una specie rara ed astuta che lascia una finta speranza alle sue vittime e non le consuma mai del tutto in modo da non dover mai più fare la fatica di tessere una ragnatela per catturare nuove prede. Noi continuiamo a dimenarci nella ragnatela, mossi dall'idea che forse riusciremo un giorno a fuggire, e lui ci osserva ghignante, strofinando le zampe pelose all'idea che il suo pasto si sta rigenerando da solo, senza che lui abbia il bisogno d'occuparsene.
Sotto quale luce radiante all'orizzonte osiamo partorire figli? Se si fosse consci almeno un minimo di questa situazione allora saremmo abbastanza solidali verso una creatura che non è ancora nata, ma che se nascesse altro non troverebbe se non affanni ed incertezze. Ma noi lo facciamo comunque perché il ragno non ci ha mangiati del tutto, no lui ci ha lasciato quell'esile idea che forse, continuando a dimenarci, riusciremo a vivere anche senza un'ala o una zampa. Però le farfalle sono fatte per volare, hanno bisogno d'entrambe le ali, così come l'essere umano è dotato di quel dono meraviglioso che è il poter godere a pieno, privo di istinti che lo governano, delle meraviglie dell'esistenza e senza di esso la sua vita non ha significato.
All'interno di questo paese ci sono persone che lavorano sino alla sfinimento, costrette dal bisogno di quella misera paga e dall'olio bollente che il datore di lavoro fa calare sulle loro teste. La loro mansione lavorativa fa a pezzi ogni attimo di tempo libero così che, non appena avranno quell'unica giornata di pace, si ritroveranno a bramare solo il riposo e cominceranno ad odiare senza una ragione anche chi sta loro accanto. Tali persone, non riuscendo a colmare il vuoto all'interno di loro stesse vanno inevitabilmente ad investire il denaro guadagnato in idiozie, favorendo così il lato consumistico che ci sta a sua volta facendo a pezzi riempiendoci di cose delle quali non abbiamo bisogno. La società ci illude ogni giorno, ci tiene impegnati con dei fantasmi, dei sosia di ciò che realmente vogliamo, ma noi non ce ne rendiamo conto perché costretti a spezzarci la schiena per qualcuno che neppure ci rispetta come esseri umani. Dall'altra parte invece abbiamo le montagne di disoccupati in possesso del tempo per potersi godere la vita, i quali però sono pesantemente limitati dall'assenza di denaro nelle loro tasche e quindi si disperano, piangono, rubano e si uccidono persino. Questo è ciò che si può intendere per situazione kafkiana: da una parte persone schiavizzate e private del tempo per uscire con gli amici, coltivare una passione, mettere su famiglia e sperimentare tutto ciò che la vita ed il mondo ha da offrire; dall'altra parte individui privi di un'occupazione e quindi di un'autonomia o magari che riescono a malapena ad arrivare alla fine del mese con quei pochi spiccioli che riescono a fare facendosi usare come degli oggetti.
Ma la vita è davvero questo? Sessanta anni di duro lavoro i quali ci impediranno di goderci il momento dove il nostro corpo è al massimo e che ci impediranno di ambire a realizzare qualcosa che ci piace? Una vecchiaia segnata dall'assenza di passioni e dalla deformazione professionale che ci ridurrà a dei mentecatti burberi ed ignorati incapaci di goderci una bella giornata di primavera seduti su di una panchina? Benché queste mie domande possano essere scambiate per le semplici lamentele di un lavativo che bramerebbe solo una vita priva d'affanni e fatica io non posso fare a meno di farmele e di provare una fredda sensazione di terrore nel vedere come gran parte delle persone accettino le risposte continuando a vivere nel loro piccolo mondo dove loro non influenzano ciò che sta succedendo. Beh forse il fanciullo che è in me non morirà mai, ma vorrei ricordare a chiunque stesse leggendo che indipendentemente da chi siamo, dal nostro titolo di studio, dalle nostre ambizioni ecc... noi restiamo degli esseri viventi e nella storia le più grandi conquiste sono sempre state quelle che avevano come protagonista l'uguaglianza tra gli esseri umani ed il diritto inderogabile di chiunque alla LIBERTA'.
Vivere schiavizzati da un'allarme elettronico che ci desterà brutalmente e senza tatto per portarci a roteare contro voglia come ingranaggi di questo spietato meccanismo dal quale solo pochi traggono vantaggio e molti invece subiscono al punto tale da trovare la forza di resistere in chi è più miserabile di loro, tutto questo non può definirsi libertà.
I fatti, la matematica, la razionalità innata dimostrano chiaramente che così le cose non funzionano e noi non dovremmo ucciderci tra noi per tentare di racimolare quel poco che di mangiabile è rimasto in questo sistema. Cosa studieranno le generazioni del futuro, se mai ce ne saranno, di questo periodo? L'umanità vanta un curriculum di eventi fatti da buoni e malvagi, con da entrambi i lati esponenti di indicibile grandezza ed intelligenza e poi arriviamo noi che siamo il mero risultato dei loro sforzi, una sorta di fallimento che dimostra come quanti sacrifici siano stati inutili.
Purtroppo anche dopo questo sfogo in me rimane costante le sconforto perché continuo a non comprendere. Il mio più grande interrogativo però rimane: perché questo paese si fa governare da dei vecchi intolleranti che non si vergognano neppure a visitare un altro stato senza conoscerne la lingua ed esponendosi in discorsi arrancati e patetici in diretta mondiale; a dispetto del laureato in lingue che indipendentemente che si trovi a fare orari pazzeschi e disumani in una fabbrica o a ciondolare in casa perché costantemente rifiutato dal mondo del lavoro non potrà fare a meno di indignarsi. I nostri politici, il nostro sistema di governo anzi, fa acqua da tutte le parti e per una sola ragione: chi siede al comando non è umile. Ci vuole umiltà per mettere i bisogni di uno stato prima di quelli personali, a comprendere la responsabilità che ogni minima azione come leader abbia effetto su chi sta al di sotto di noi. Quegli uomini e quelle donne non hanno umiltà e siccome, o per quanto io ne sappia, non sono alieni a noi superiori, o immortali o degli dei discesi per indicarci il significato dell'esistenza e tanto meno si dimostrano delle persone acculturate, non hanno il diritto di attaccarsi come dei parassiti affamati ed ingordi a questo paese. Essi sono pesantemente stipendiati per non fare nulla? Questa è la lamentela più sentita dell'italiano medio, ma io sono dell'idea che qualcosa facciano e che ci riescano anche bene: mettercelo nel culo.
Non siamo delle brave persone perché siamo noi a stipendiarli senza renderci conto che stiamo praticamente pagando una donna delle pulizie dopo averci letteralmente distrutto la casa ballandoci dentro selvaggiamente.

Non siamo delle brave persone perché abbiamo creato in noi un significato di vita fatto di sacrifici e rinunce e cerchiamo addirittura di inculcarlo nelle generazioni future.

Non siamo delle brave persone perché lasciamo che le condizioni in cui loro ci hanno astutamente messo ci portino a detestarci tra di noi, a giudicare i nostri amici ed i nostri familiari.

Non siamo delle brave persone perché pensiamo sempre al nostro piccolo, perché benché passiamo gran parte del nostro tempo a creare immagini, a condividere video e blog su questa situazione disgustosa ci limitiamo a sbraitare sui social network per avere attenzione, senza poi concludere nulla di concreto o addirittura continuando a dibatterci su questa ragnatela dando soddisfazione al suddetto ragno.

Non siamo delle brave persone perché noi scappiamo da questo paese che ha così tanto da offrire. Fuggire non è la soluzione, non lo è mai per nulla perché ciò che non abbiamo affrontato tornerà e sarà ancora più potente di prima.

Non siamo delle brave persone perché abbiamo disintegrato le ambizioni dei giovani, del futuro popolo del mondo, trasformando chi ha realizzato i propri sogni artistici, lavorativi o sportivi in fenomeni da baraccone o pilastri quasi irreali; questo perché noi ci siamo rassegnati ad essere la gomma da masticare sotto le scarpe di qualcuno che vive a nostro discapito.




Grazie per aver letto


Ow

domenica 12 luglio 2015






Dragon Ball Z Fukkatsu no F ( La resurrezione di F ) è la quindicesima trasposizione cinematografica dell'anime Dragon Ball Z e la seconda ad essere stata diretta e monitorata dall'autore dell'opera originale Akira Toryiama dopo "La battaglia degli dei", uscito nelle sale giapponesi nel 2013. Essendo appunto figli dello stesso padre i due film hanno molto in comune tra loro difatti, se presi assieme possono essere classificati come un primo ed un secondo capitolo di una storia completa, storia che, per quanto positivi possano essere i commenti ed alti gli incassi, a mio parere della vecchia gloria di Dragon Ball ha solo la sigla sul titolo. Sorvolerò su come un film quale "La battaglia degli dei" possa essere stato per alcuni degradante e per altri simpatico da vedere, allorché io ho fatto parte di questa seconda schiera sino a che i cari amici della Toey non hanno annunciato una nuova serie di Dragon Ball che avrà come base appunto il suddetto film e Fukkatsu no F il quale è, a mio parere, il peggior film su Dragon Ball mai realizzato, pure includendo i non canonici e spesso poco coerenti Broly, Cooler ecc...




                                                         I am Lord Frieza... yes?





Siccome so che mi dilungherò molto su questa critica ho deciso di esporre immediatamente il motivo più fondamentale per cui Fukkatsu no F mi ha fatto pensare che Toriyama sia semplicemente nostalgico, oppure bisognoso di soldi al punto tale da ridicolizzare il lavoro di una vita; tale motivo altro non è se non il titolo stesso, o meglio, colui che compare nel titolo: Frieza.



Lord Frieza ( o Freezer, tradotto in italiano ), rappresenta in questo film l'antagonista principale (almeno così dice wikipedia, personalmente nel vedere l'opera non l'ho mai percepito come una minaccia) il quale, dopo l'amara sconfitta riscossa contro i super sayan Goku e Trunks è finito all'inferno per le atrocità commesse. In Fukkatsu no F egli viene fatto tornare in vita da un gruppo di suoi soldati, in particolare Sorbet, un nanetto blu che, a detta sua, era al comando di una delle tante fazioni in cui l'esercito conquistatore di Frieza era scomposto. Quest'ultimo personaggio a mio parere poteva essere importante per lo sviluppo di una trama interessante, invece abbiamo uno sgherro servile, debole e privo di personalità come tutto il resto delle comparse aliene come uomini coccocrillo, simil alien, umani con i capelli diversi ecc... infatti le sue battute saranno solo ed esclusivamente riverenze smidollate nei confronti del suo imperatore malvagio, insomma persino Dodoria aveva più spessore. Ad ogni modo Sorbet, sfruttando le sfere del drago grazie all'aiuto di Pilaf e della sua combriccola ( deja vù? Davvero, Pilaf che raduna le sfere del drago e poi perde il desiderio è qualcosa di così tappabuchi da fare venire il latte alle ginocchia anche ad un fan accaninto come me ) riesce a riportare in vita Frieza che però si ritrova con il corpo ridotto a fette a causa di Trunks, cosa alquanto incoerente visto che il figlio di Vegeta non solo lo fece a pezzi con la sua spada, ma addirittura lo polverizzò usando il suo Ki. Di conseguenza a ciò Sorbet ed il suo gruppo di subordinati raccolgono i pezzi del loro amato padrone per poi ricostruirlo all'interno di una vasca curatrice simile a quella usata da Vegeta e Goku, ma molto più potente, infatti dichiareranno di non aver mai tentato la resurrezione di Frieza prima proprio perché stavano progettando una vasca medica in grado di ricostruirgli il corpo; questo si rivelerà essere un buco di trama visto che Sorbet viene a sapere delle condizioni del suo signore solo quando chiede al drago di resuscitarlo ed è proprio uno dei sottoposti a suggerirgli di ricostruirlo usando la suddetta vasca.
Ad ogni modo Frieza viene resuscitato ed infine ricostruito in maniera organica ( nella sua forma base ). Immediatamente si dimostra spietato come non mai uccidendo uno dei soldati che aveva contribuito al suo salvataggio il quale, al desiderio di vendetta del padrone nei confronti di Goku, ha avuto il coraggio di consigliargli di non sfidare il sayan, visto che questo era divenuto mostruosamente potente col passare degli anni.
Da questo momento in poi, ovvero dopo i primi dieci minuti, Fukkatsu no F si trasforma da film ad un complesso di scene volte a distruggere per intero la credibilità di Dragon Ball Z ed in particolar modo di Frieza. Mi soffermo di conseguenza sulla narrazione di questo scempio per evidenziare di chi stiamo parlando.



Frieza è stato un nemico talmente marcato e potente durante lo svolgimento delle prime due serie dell'anime ( Sayan e Namek ) da venire citato addirittura prima che si sapesse della sua esistenza. Lo stesso Re Kaioh, durante l'allenamento con Goku, narra di come un DIO, badate bene il sinonimo usato, abbia annientato il pianeta dei sayan perché li aveva ritenuti troppo pericolosi; lo stesso Re Kaioh successivamente, nel momento in cui Goku raggiunge Namek per aiutare i suoi compagni, si raccomanda più volte di non affrontare Frieza per nessuna ragione al mondo. Insomma, l'alieno imperatore del male era così terribile, così idicibilmente forte che qualsiasi cosa sarebbe stata inutile ed ogni tentativo d'affrontarlo un suicidio bello e buono. Ciò ci viene poi ulteriormente confermato da Crilin e Gohan i quali, una volta giunti su Namek, si ritrovano costretti a nascondersi per evitare di essere visti da Frieza e la sua banda, intenti a volare sopra di loro per un paio di secondi mentre si dirigono verso un villaggio namecciano. Tale momento di Dragon Ball Z è proabilmente la scena dove uno spettatore viene più spiazzato dal misterioso potere di questo antagonista. Sopra la testa di Gohan e Crilin infatti passano già Zarbon e Dodoria, entrambi talmente forti da annichilirli senza bisogno di sforzo alcuno, ma loro ignorano tutte le altre minacce perché hanno percepito il potere di Frieza; sono letteralmente terrorizzati da quell'alieno minuto che fluttua su di una piccola sedia spaziale, talmente tanto che ogni altro pericolo passa inevitabilmente in secondo piano.
Come poi non elencare i numerosi momenti dello scontro con Frieza? Zarbon si lascia sfuggire che egli può trasformarsi ed i guerrieri Z si preparano alla cosa, ma nonostante ciò già la prima forma del nemico li mette spalle al muro sino all'arrivo di Piccolo, il quale si trova di fronte l'amara verità delle altre due ulteriori trasformazioni. Frieza era talmete potente da non riuscire a controllarsi, perciò doveva avere delle forme "inferiori", lui non ha mai avuto bisogno di trasformarsi, anzi il contrario!Era costretto a trovare un modo per tenersi sotto controllo. Persino l'arrivo dell'eroe, di Goku, il quale sembra essere in grado di tenere testa a Frieza nella sua forma originale, si rivela inutile nel momento in cui l'imperatore alieno rivela di stare usando solo un cinquanta per cento delle sue vere capacità. Mosse disperate come un kaioken forza venti, talmente eccessivo da togliere a Goku ogni briciola di forza dopo aver scagliato solo una kamehameha, ed una sfera genkidama realizzata con l'intero pianeta namek, più stelle vicine, si sono rivelate inutili e persino alla fine, quando Goku ha dovuto vedere morire i proprio compagni ed è riuscito a trasformarsi nel leggendario super sayan, Frieza non si è lasciato sconfiggere facilmente, creando una situazione a suo vantaggio ed affermando, in una delle sequenze di vignette a mio parere più belle di tutto il manga, " Mi hai sottovalutato, quella che hai visto non è la mia massima potenza! Questa è la mia massima potenza".
Frieza era Davvero l'essere più forte dell'universo, talmente potente che la sua forza era troppo per il corpo che possedeva e quando raggiungeva il massimo cominciava a scemare sempre di più per l'eccessivo potere.
Questo era l'antagonista che aveva dato l'anima alla serie di namek, la quale doveva inizialmente concludere l'anime . Un nemico così potente che nessuno aveva il coraggio d'affrontare, in grado di sconfiggere chiunque con facilità e che ha portato l'orgoglioso principe Vegeta alle lacrime, facendogli perdere la voglia di provare a combattere. Quello che invece appare in Fukkatsu no F è solo l'ombra di Frieza, un personaggio frivolo, che non incute timore e sa solo agire in base ad uno stereotipo mal realizzato, senza contare gli inutili "collegamenti di trama" che riducono a zero l'immagine del crudele tiranno. Frieza infatti afferma di conoscere sia Majin bu, sia il dio della distruzione Bills, aggiungendo che sapeva di non doverci mai combattere perché altrimenti sarebbe stato sconfitto; grazie a queste due piccole battute possiamo dire addio all'icona dell'essere più forte dell'universo. Certo Majin bu era sigillato, ma Bills dormiva ad intervalli, perciò Frieza non è mai stato il più potente. Ciò va inevitabilmente a cozzare con la trama di Dragon Ball Z ed in tutti i comportamenti del suddetto alieno; la meraviglia provata nello scoprire che c'era qualcuno in grado di combattere con lui, la sicurezza che aveva del fatto che nessuno sarebbe mai stato in grado di batterlo, l'ira da lui provata nel momento in cui Goku riesce a fargli un misero graffio sulla mano, tutto è stato distrutto in meno di dieci secondi di un film che starebbe meglio nei fascicoli delle fan fiction realizzate da bambini ingenui, i quali pensano che cambiare colore ad un personaggio lo renda più bello e più forte. Tuttavia non finisce qui, perché Frieza nel film deve svelare il suo piano per sconfiggere un rivale che oramai lo ha superato completamente nel corso degli anni. Io personalmente ero molto curioso di saperlo, perché della razza di Frieza si sapeva così poco e quindi magari svelare qualcosa di più, un mezzo che potesse appunto garantire all'alieno la supremazia sui super sayan, suoi oramai definibili nemici naturali, avrebbe fatto decollare il film. Ho dovuto purtroppo mordermi la linga e castigarmi per una tale esagerata pretesa, dacché Frieza affermerà di non essersi mai allenato in tutta la sua vita perché, essendo nato con quel potere, non ne ha mai avuto bisogno, di conseguenza con quattro mesi d'allenamento sarebbe comodamente in grado di sconfiggere qualsiasi nemico. A mio parere un'idea del genere è talmente sempliciotta ed incoerente da farmi pensare che il film sia stato montato ed ideato da animatori e sceneggiatori con la terza media raccomandati dai genitori. Sarebbe bastato ingegnarsi un po' ed inserire un allenamento particolare, invece no, solo qualche flessione, due addominali e un paio di chilometri di corsa al mattino per superare addirittura il super sayan di terzo livello e di gran lunga!
Dunque altre domande non possono fare a meno di balzare a destra ed a sinistra, mentre dopo solo dieci minuti Fukkatsu no F si rivela una delusione totale. Perché Frieza temeva un super sayan quando gli bastava un mese per diventare più potente di Cell? Perché quando è stato ricostruito ed è tornato sulla Terra non si è fatto un giro di tapirulan? Goku gli aveva dimostrato la sua superiorità, perché rischiare affrontandolo di nuovo senza preparazione? Non c'è riposta.




Con questo prologo ci mostrano il "nemico" protagonista dell'intero lungometraggio ed io, credetemi, ho fatto fatica a non bloccare la visione per farmi una partita a Dark Souls.


Quel birbante di Bills!





Come ho già detto, di Dragon Ball Z, Fukkatsu no F ha solo la sigla del nome. In questo lungometraggio tutto ciò che sapete di quest'anime che tanto vi ha emozionati da bambini, del quale disegnavate super sayan con i capelli blu per aumentarne la potenza ecc... dovrà essere cestinato per fare spazio a nuove ed "accattivanti" forme di spettacolo che di, questi tempi, tanto vanno di moda all'interno dello spazio anime e che io trovo disgustose. Tante gag che neanche ci trovassimo in un film della Marvel, buchi di trama al livello di un groviera e shipping.
Come si possono dimenticare quei pomeriggi quando, su Italia1, dopo un anno di attesa dove Frieza faceva a pezzi chiunque, Goku e Vegeta comparivano all'improvviso, mano nella mano, l'eroe con la sua solita faccia ingenua ed il principe rosso in volto come una tsundere molto moe? La mia in questo caso è una burla; ricordo bene come Akira Toriyama faceva comparire l'eroe nel momento più cruciale della storia. L'arrivo di Goku improvviso prima dell'uccisione di Vegeta da parte di Frieza è una scena ricca d'epicità e dramma, ti fa provare finalmente quel piacere che attendi da quando Goku è stato infilato nella vasca per essere guarito dalle ferite. Finalmente l'eroe ha fatto la sua entrata in scena e tra poco arriverà lo scontro finale più epico dell'intera saga.
Questo per lo meno era il Dragon Ball che vedevo e che ricordo. Questo invece è il Dragon Ball che propone Fukkatsu no F :




In questa storia nulla trattiene l'eroe, o in questo caso gli eroi, dal raggiungere la zona dove sta avvenendo il combattimento tranne una semplice distrazione di Whiss, il maestro del dio della distruzione Bills, il quale, intento ad allenare Goku e Vegeta ed ad elencare tutte le prelibatezze culinarie della Terra, non si accorge di quanto sta avvenendo. Nel momento in cui riceverà un messaggio da Bulma, inviato tramite un gelato con le fragole preparato per lui e per Bills, Goku e Vegeta si renderanno conto che, come viene detto dalla stessa Bulma direttamente in faccia all'imperatore alieno, quell'energumeno di Frieza è tornato e minaccia di distruggere la Terra; il suddetto energumeno sarà presente durante quella chiamata, con Bulma a pochi metri dal suo naso, e non solo, come starebbe nello spietato tiranno che abbiamo conosciuto nella serie animata, non attenterà alla vita della donna, ma si presterà addirittura come "spalla comica" ripetendo con voce buffa l'insulto "Oh... mi ha dato dell'energumeno?!" causando grandi risate tra gli spettatori. Ad ogni modo i sayan, scoperta la "minaccia", si preparano per raggiungere i loro compagni in "pericolo" evidenziando l'urgenza con un "Hai sentito come era arrabbiata Bulma? Dobbiamo sbrigarci!" che distrugge ogni benché minima briciola di serietà e tensione su quanto sta accadendo; però non basta, perché per raggiungere la Terra i due devono teletrasportarsi e siccome solo Goku è in grado di farlo questo crea una situazione imbarazzante tra i due i quali devono stringersi la manina. Vegeta arrossisce, Goku non comprendere l'inquietudine del principe e lui lo ammonisce verbalmente, infine l'arrivo degli eroi che si parano tra i loro amici da proteggere ed il grande "nemico" della storia è caratterizzato dai due sayan che appaiono dal nulla tenendosi per la mano e scatenando grasse risate nel pubblico in sala, ma io personalmente sto solo vedendo un pilastro della mia infanzia crollare, perciò non mi sento molto invogliato a ridere.
Dovrò tuttavia prepararmi a piangere oltre che ad evitare di ridere, perché assieme ai due piccioncini mano nella mano tra arrossamenti e moine vi sono anche Bills e Whiss, giunti per saziarsi del dolce preparato da Bulma e per divenire i grandi simpaticoni spezza tensione del momento. Infatti i due personaggi, se nella battaglia degli dei erano risultati apparentemente interessanti e con qualcosa da comunicare, in Fukkatsu no F altro ruolo non hanno se non quello di ridurre ad un livello praticamente inesistente la minaccia di Frieza. Quest'ultimo infatti, durante lo scontro contro Goku, accorgendosi della presenza di Bills, si trasformerà in un agnellino più leccapiedi dei suoi stessi sgherri iniziando a balbettare, sudare freddo e pregare il dio della distruzione di non intervenire nella sua vendetta. Oltre a ciò nella fase finale del film, dove Frieza distrugge la Terra in un modo così poco scenico da rendere le città scintillanti dei Power Rangers un must degli effetti speciali, Whiss agirà contro l'antagonista tornando indietro nel tempo di qualche secondo, ricreando il pianeta e dando a Goku l'occasione di uccidere il tiranno alieno con una kamehameha improvvisa in un modo talmente indegno e poco spettacolare da non avere niente da invidiare ai soldati comparsa caduti venti minuti prima per mano dei guerrieri Z. Oltre a questo Bills non farà altro che ripetere per tutto il film, anche in mezzo a scene apparentemente serie, una frase ridondante che è riuscita a farmelo etichettare come un ritardato mentale di proporzioni divine. I dialoghi del dio della distruzione sono fatti al solo scopo di farlo parlare, perciò privi di sentimento e tutti praticamente identici tra loro:
"Farete bene a fare silenzio o vio distruggerò!"
"Spero che tu mi abbia lasciato un pezzo di pizza o ti distruggerò!"
".......... ti distruggerò"
E in sala grandi risate. Già, che simpaticone questo Bills! Neppure Broly era tanto logorroico e filosofo!



I'm Blue debadidaduda...



Ho già accennato che, in questo lungometraggio, non c'è nessuna effettiva minaccia? Frieza resuscita per un solo ed unico scopo: morire di nuovo. La sentenza era già stata emanata dal momento in cui è tornato in vita. E cosa volevi, mi chiederete, che vincesse lui? Ovviamente no, sarebbe una cosa totalmente insensata, ma avrei sinceramente voluto che qualche danno lo facesse, invece di risultare solamente un mezzo per sbandierare  la nuova potenza di Goku e Vegeta versione SSGSSJ ( ovvero Super Sayan God Super Sayan, solo a leggerlo si pensa ad una fan fiction di un bambino senza abilità alcuna nel creare storie ). Proprio così, nonostante i quattro mesi di palestra Frieza non sarà superiore ai due sayan neanche per un secondo; certo, affronterà Goku in una battaglia a colpi di computer grafica e di mosse senza senso, ma subito dopo la superiorità di quest'ultimo si farà sentire e l'imperatore alieno crollerà in ginocchio, conscio di non poter fare più nulla. Già dall'inizio dello scontro, prima di rivelare la sua nuova trasformazione, Frieza non viene preso seriamente da Goku e Vegeta i quali stabiliranno dei turni per combattere e subito dopo lo stesso Goku affermerà che non ci sarà neppure bisogno di trasformarsi in super sayan per battere il vecchio rivale. Le parole dell'eroe si rivelano esatte, lo scontro è talmente scialbo e lui in così tanto vantaggio che Vegeta decide di aprire un ennesimo siparietto comico iniziando a tirargli le orecchie per prendersi il suo turno con la forza. Frieza deciderà di tingersi d'oro solo dopo che l'avversario si trasformerà in SSGSSJ, come in una sorta di gara a chi mostra l'evoluzione più oscena, meno elaborata e senza spiegazione alcuna. A vincere tale contest sarà Frieza dato che Goku ci lusingherà con "questo è il super sayan che ha assorbito l'energia del super sayan god" mentre l'alieno si prenderà in giro da solo con "alla fine non è cambiato molto, sono solo diventato d'oro! Beh! Potete chiamarmi Golden Frieza!".
Ci tengo a precisare oltretutto che tali trasformazioni non rispecchiano minimamente la potenza che esse dovrebbero vantare. Certo, so che il tempo disponibile per un film è limitato e perciò non possono regalarci una trasformazione come quella effettuata da Goku per raggiungere il terzo livello di super sayan contro majin bu, fatto sta che in lungometraggi decisamente più corti si sono viste evoluzioni di potere perfettamente coerenti con ciò che si voleva creare e senza occupare minuti interi. Prendiamo per esempio Broly, per trasformarsi il super sayan della leggenda esplodeva di energia verde, perdeva le pupille ed il mondo attorno a lui veniva costantemente saturizzato con varie tonalità di colori, una cosa che fa intendere indubbiamente quanto la sua forza sia spaventosa. Oppure il non canonico fratello di Frieza, Cooler, il quale per raggiungere la sua forma aggiuntiva rilasciava delle onde d'urto ad ogni flessione ed ingrossamento dei muscoli. Sia Golden Frieza che il ceruleo SSGSSJ impiegano meno di cinque secondi per raggiungere quei stadi i quali, visti i livelli di potenza raggiunti al termine di Dragon Ball Z, dovrebbero essere talmente potenti far impallidire qualsiasi altra cosa, oltretutto senza nessuna scena evolutiva, esplodono semplicemente di luce e per magia sono cambiati. Sembra quasi che in quest'opera abbiano totalmente ignorato la serietà e la genialità degli epici scontri della saga per concentrarsi su parti comiche e totalmente irrilevanti e ciò non può che, a mio parere, aver distrutto l'intero operato.







Tutto sbagliato.






In conclusione mi permetto di evidenziare come questo film mi sia sembrato completamente sbagliato. Benché non mi piaccia affatto l'idea di accantonare il super sayan per questo agghiacciante super sayan god, che altro non sembra se non un recolor di quello originale, e non sopporti come abbiano reso sempliciotta la ragione del power up incredibile di Frieza, probabilmente con questo materiale si poteva fare molto di meglio.
Non sono un fan della computer grafica ed in verità trovo addirittura disturbante i disegni usati, forse per nostalgia, anche se su One Piece, sempre prodotto dalla Toey, non mi sono mai dovuto lamentare degli adattamenti grafici (fatta eccezione per svariati errori, ma robe di poco conto), mentre Dragon Ball, senza quei tratti tremolanti, mi sembra scialbo e poco serio, come infatti pare essere diventato. Tuttavia i soldi dietro questo progetto ci sono stati e c'era pure Akira Toriyama, l'inventore del manga stesso e delle sue trame intricate, le sue scene comiche ed i combattimenti mozzafiato; però cosa è andato storto allora? Perché la canzone "F" dei Maximum the Hormone è sfruttata così male? Giusto una piccola strofa nella resurrezione di Frieza ed una parte instrumental messa nel combattimento con Goku e che si stenta a riconoscere. Perché gli scontri sono vuoti, privi della determinazione di Goku nel proteggere i suoi cari e della infinita malvagità del suo rivale? Perché non viene rispettato il potere dei personaggi, cosa che nel manga era quasi una sorta di legge? Come mai rubare venti minuti interi di film per inserire Jaco, l'alieno protagonista di un manga commedia dello stesso Toriyama? In Dragon Ball c'erano sempre state ragioni per tutto, motivi per cui un personaggio era più potente di un altro ed erano sempre calzanti all'interno del contesto. Il raggiungimento del ssj2 di Gohan grazie al sangue misto che scorreva in lui, l'incredibile forza del ssj3 scoperto da Goku, una forma talmente potente da accorciare la vita dell'utilizzatore, ora totalmente surclassata da un recolor azzurro del primo super sayan. Il fatto che combattere nella Terra, dopo un certo livello, risultava rischioso persino per chi volesse proteggerla, mentre Golden Frieza e Goku SSGSSJ si affrontano tranquillamente in un'isola senza arrecare il minimo danno al pianeta. Per non aggiungere poi l'assenza di personaggi come Goten e Trunks (e quindi di Gotenks, uno dei guerrieri più potenti nonché uno degli unici due ssj3 esistenti) spiegata da un Gohan quasi incapace di raggiungere il primo livello di super sayan con un "Li ho lasciati a casa, si cacciano sempre nei guai!", mentre nessuno ha nulla da dire se il maestro Muten si è fatto portare sulla schiena da Crilin per combattere.
Spero vivamente che la nuova serie dedicata a Dragon Ball Z possa per lo meno accarezzare l'onda di meraviglia che il suo predecessore ci ha regalato, ma se questa è la strada che intraprenderà, allora ho ben poche speranze.


                                                                                                             Grazie per aver letto. 
                                                                                                                         Ow.